Verticale Encry 2009-1996 Uno Champagne “Italiano”

Ogni tanto, da svariati anni, mi sento fare sempre la solita domanda: lo Champagne può invecchiare? Beh cari lettori, dopo questa esperienza posso garantirvi che lo Champagne può invecchiare… e invecchia decisamente bene! In particolar modo, quest’oggi, parliamo della prestigiosa Maison Veuve Blanche Estelle.

Enrico Baldin e la compagna Nadia Nicoli presso Gusto e Tradizione (San Felice Circeo), hanno presentato il loro Champagne Encry in una verticale di 9 annate del Brut Blanc de Blancs Grande Cuvée millésime: 1996, 1998, 2000, 2002, 2004, 2005, 2006, 2008, 2009.  Nessuno fino ad ora aveva mai affrontato un’avventura così nella Regione di Champagne: loro hanno avuto il coraggio e la tenacia di acquistare tre ettari di vigne nella Champagne, precisamente a Mesnil sur Oger, il luogo perfetto per produrre il miglior Chardonnay Grand Cru. Prima dell’acquisizione, proprio delle uve provenienti da questi vigneti, si rifornivano le grandi case vinicole Salon e Krug, loro confinanti.

Entrati in sala degustazione abbiamo trovato un bell’ambiente accogliente, tutto curato nei minimi particolari, come la tovaglietta argentata con su scritte tutte le annate in degustazione e i calici posizionati sulle rispettive annate; insomma già si prevedeva una grande serata.

Prima di iniziare la degustazione, Enrico Baldin ci ha raccontato la storia della sua azienda e di come è riuscito nel tempo a creare e produrre, tra insidie burocratiche e qualche inconveniente, questo fantastico vino; una storia molto interessante, coraggiosa e coinvolgente, finita con un bellissimo lieto fine: lo Champagne Encry!

La foto mostra il Brut Blanc de Blacs 100% chardonnay Grand Cru non millesimato, il primo champagne ad essere stato prodotto dalla MaisonNon era inserito nella lista della verticale, ma Enrico ci teneva comunque a farlo degustare. Appena versato ho notato subito una spuma non troppo fugace, un colore giallo paglierino brillante e delle bollicine fini e persistenti. Al naso sentori di burro fuso, nocciola, pane tostato e una leggera sensazione di caramella mou. Al primo sorso si percepisce subito la freschezza e la sua croccantezza, successivamente rilascia sapori agrumati, di limone e pompelmo, ma anche di frutta esotica, in particolare di cocco; vino molto sapido e minerale. Mentre lo degustavo mi è venuto in mente un famoso detto: chi ben comincia è a metà dell’opera! 

La verticale ha avuto inizio con l’ultima annata in commercio: Il Millésime 2009 Zéro Dosage – Brut Blanc de Blancs Grand Cuvée. Mentre viene versato nel calice forma una bella spuma bianca, ha un colore giallo paglierino, la bollicina è fine e persistente. Al naso è elegante e complesso con odori di fondo di caffè, gesso, fiori bianchi, camomilla e tiglio, frutta fresca e albicocca; in bocca la bollicina è fine e setosa, si percepiscono note agrumate, di zenzero, di frutta secca e una leggerissima sensazione di liquirizia, è sapido con finale fresco e minerale.

Il secondo Champagne degustato è stato il Millésime 2008 Zéro Dosage – Brut Blanc de Blancs Grand Cuvée: un grande vino dal colore giallo paglierino, una bollicina fine e persistente; al naso i profumi di agrumi, biancospino, noccioline tostate e noce di cocco sono molto marcati. In bocca oltre ai sentori percepiti al naso si aggiunge anche una nota mentolata e salina. Uno champagne con un carattere ben definito, per soddisfare gli intenditori più esigenti.

Il terzo champagne è stato il Millésime 2006 Brut Blanc de Blancs Grand Cuvée. Si presenta con un bel colore giallo paglierino tendente al dorato, le bollicine dal centro salgono su lineari, fini e persistenti. Al naso sprigiona sentori di cedro, timo, limone, propoli e fieno; al palato è fresco e sapido con una nota di mela che si aggiunge ai sentori già citati. Lo definirei un vino avvolgente con una buona persistenza gustativa.

Il quarto champagne degustato è stato il Millésime 2005 Brut Blanc de Blancs Grand Cuvée: uno champagne davvero particolare, prodotto in un’annata molto difficile, caratterizzata dal un clima contrastante. Nel bicchiere il colore è di un giallo oro con riflessi ambrati, le bollicine sono persistenti e mai invadenti; al naso è vinoso e molto ossidato con note di frutta secca, vaniglia e frutta surmatura, questi stessi sentori si ripropongono in bocca con l’aggiunta di un agrume, non molto acido, paragonabile al mandarino e con una leggera nota di burro. Se lasciato per qualche minuto nel bicchiere provoca un’evoluzione continua. Un vino senza contromisure che si distingue dagli altri champagne per la sua aromaticità e il suo gusto singolare conferito dal processo di ossidazione, appositamente voluto dalla Maison.

Il quinto Champagne in degustazione è stato il Millésime 2004 Brut Blanc de Blancs Grand Cuvée.  Nel calice si presenta con un colore giallo oro brillante e leggerissime sfumature ambrate, una bollicina finissima ma persistente; si avverte subito una grande intensità olfattiva di agrumi, ginestra, fiori bianchi e una notevole mineralità, dopo qualche minuto nel bicchiere rilascia delle note tostate e speziate, simili al pepe. In bocca è cremoso e ampio, un gusto intenso e persistente, esaltato dal sapore di mango, albicocca e frutta matura. Un vino pulito e fresco con una buona acidità e sapidità che bilancia il tutto.

Il sesto Champagne è stato il Millésime 2002 Brut Blanc de Blancs Grand Cuvée. Il colore è giallo oro brillante con sfumature ambrate, le bollicine si presentano fini, molto concentrate e persistenti. Al naso è intenso, con note di  tostatura, cacao, agrumi, e frutta candita; in bocca si percepisce il sapore di frutta matura, cocco, zafferano, caramello, cioccolato bianco e miele, tutti questi sentori molto morbidi sono sostenuti da una buona acidità, da una leggera nota amaricante e da una buona freschezza.

Il settimo Champagne degustato è stato il Millésime 2000 Brut Blanc de Blancs Grand Cuvée. Il colore è giallo intenso con una bollicina fine e delicatissima, al naso ha un sentore molto tostato che ricorda il caffè e la mandorla, ai quali si aggiungono profumi di fiori bianchi, caramello e frutta matura; in bocca è fresco ma non molto persistente. L’annata 2000 è stata caratterizzata da intensi temporali e grandinate, concentrate nel mese di luglio, mentre agosto è stato abbastanza soleggiato, ma una brutta grandinata distrusse parte dei vigneti; nonostante ciò, il buon clima di settembre ha permesso di ottenere un’ottima vendemmia. I miei complimenti vanno al produttore che anche in un’annata così difficile è riuscito ad ottenere uno champagne che ha superato di gran lunga le aspettative.

Il penultimo Champagne della verticale è stato il Millésime 1998 Brut Blanc de Blancs Grand Cuvée Reserve Selection: con questo vino si gioca molto sulle note ossidate. Mi ha sorpreso perché dopo 19 anni ancora mantiene una notevole freschezza; nel bicchiere è di un colore giallo dorato, la bollicina è fine e persistente, al naso note di agrume ancora giovane, vaniglia e frutta candita, ha una leggerissima ossidazione che non da per nulla fastidio. In bocca è intenso e persistente, il palato è inebriato da note tostate e di sottobosco, con un finale leggermente speziato. Un vino senza età.

A chiudere questa intensa verticale è stato Il Millésime 1996 Brut Blanc de Blancs Grand Cuvée Reserve Selection: il 1996 è stata un’ottima annata sia dal punto di vista climatico che qualitativo del vino.  Nel bicchiere si presenta di un colore giallo dorato. Il naso è veramente ampio, dopo 21 anni i profumi sono ancora molto inebrianti: frutta matura, frutti di bosco, miele, noccioline tostate, pietra focaia, menta e spezie come il rosmarino e pepe bianco, ma tutti questi odori, che li ritroviamo anche in bocca, vengono accentuati da una straordinaria acidità.  Degustare uno champagne di questa portata mi ha emozionato, è un vino che ha ancora lunga vita difronte a sé. Dovessi scegliere un aggettivo per descriverlo userei la parola: monumentale. 

Tra le conclusioni non poteva mancare la foto panoramica di tutte le bottiglie degli champagne degustati durante la serata. Partecipare a questa magnifica degustazione è stata per me un’esperienza davvero unica, emozionante ed istruttiva, utile ad arricchire il mio bagaglio culturale in tema di enologia.

Ringrazio i produttori Enrico e Nadia che insieme a Giovanni D’andrea, Marco Nardoni e il padrone di casa, Francesco Somma, sono riusciti a creare questo magnifico evento.

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