Le domeniche a pranzo… quelle belle! Ciccio’s Osteria.

Quante volte avete sentito nominare la parola osteria?! Una volta l’osteria era un locale molto semplice nel quale si servivano prevalentemente pietanze tipiche e caserecce accompagnate dal vino della casa; negli ultimi tempi le cose sono molto cambiate e le buone osterie assomigliano sempre più a dei ristoranti.

Ciò che più mi piace trovare nelle osterie è: un’ambiente semplice ma accogliente, cibo di qualità, genuino e tradizionale, convivialità e una cantina dignitosa (cosa che nella maggior parte delle osterie è molto limitata) e tutto ciò l’ho trovato da Ciccio’s, a Cisterna (LT) in Via Nettuno, 20/22 .

Il locale è molto carino e ben arredato. Di fronte alla porta d’ingresso c’è un ampio bancone che divide le due sale, in quella a destra c’è anche un grande camino per grigliare la carne ed un’interessante parete di bottiglie di vino. I tavoli e le sedie di legno, le colonne rivestite con le cassettine del vino e qualche accessorio, come la bilancia vintage, danno quel giusto senso di retrò e di vecchia osteria.

Ci siamo accomodati e dopo pochi minuti siamo stati serviti dal personale di sala, gentile e sorridente, ma il pezzo forte è il proprietario Stefano detto “Ciccio”, un vero oste, preparato, simpatico e con la battuta sempre pronta.

Non abbiamo scelto nulla dal menù, ci siamo affidati completamente a Stefano che già dagli antipasti ha superato le nostre aspettative servendoci delle bruschette con salsiccia nostrana e pecorino, pane carasau con tartarre di filetto, carpaccio di manzo e tartufo, polpette di zucca e pane su crema di pecorino, zuppetta di patate con pachino, porcini e tartufo bianco, mozzarelle di bufala e bruschette con cicoria e lardo. Un tripudio di sapori nostrani! La prima espressione che mi è venuta in mente assaporando tutte queste prelibatezze è: chi ben comincia è a metà dell’opera!

Per quanto riguarda il vino avevamo davvero l’imbarazzo della scelta. Invece di iniziare con la solita “bollicina”, abbiamo voluto osare con un buon pinot nero della Borgogna prodotto dalla maison Roche de Bellene annata 2016. Un vino dal colore rosso rubino che tende leggermente al granato, al naso emana sentori di fiori e frutti rossi come il ribes ed una leggera nota speziata. In bocca si nota molto la sua morbidezza e il tannino vellutato che lascia la bevuta molto gradevole. Il finale è piacevole ma non molto persistente, sicuramente migliorerà con qualche anno di invecchiamento, ma abbinato a carne, formaggi e salumi mi è piaciuto molto.

La premessa era che dovevamo mangiare tre assaggini di primo, ma abbiamo capito molto presto che da Ciccio’s la parola assaggino non esiste! Ci sono state servite delle fettuccine con porcini e tartufo bianco, a seguire dei ravioloni ripieni di carne con burro, parmigiano e tartufo bianco e una semplice ma gustosissima cacio e pepe. A fare la differenza è stata soprattutto la pasta fatta a mano, ruvida e doppia al punto giusto che tratteneva il condimento alla perfezione!

Abbiamo abbinato i primi piatti con un vino Trentino della tenuta San Leonardo, parliamo del Villa Gresti annata 2014, un vino prodotto per il 90% da uve Merlot e per il 10% da uve carmenére. Nel bicchiere si presenta di un colore rosso rubino intenso; al naso, a differenza del pinot nero, questo vino oltre ai sentori floreali e di piccoli frutti rossi iniziali, tende anche verso i sentori terziari, quindi più evoluti, come il tabacco biondo, il cacao, vaniglia, liquirizia con una nota balsamica che esce fuori dopo qualche minuto. In bocca risulta molto equilibrato, elegante e persistente.

Per secondo ci è stata servita un’ entrecote di fassona al sangue, cotta fuori e calda nella parte centrale, una carne morbida, saporita e di ottima qualità. accompagnata dalle classiche e croccanti patate al forno. 

Con il secondo ci siamo concessi una magnum di Brolo di Campofiorin oro igt 2014 della cantina veneta Masi, prodotto con tre tipi di uve: corvina, rondinella e oseleta; quest’ultima è stata quella che mi ha incuriosito perché non la conoscevo e dopo aver fatto delle ricerche ho appreso che è un’uva autoctona del Veneto recuperata a partire dagli anni ’70 e viene di solito aggiunta ad altri uvaggi perché capace di apportare colore, tannino e struttura al vino. In effetti nel bicchiere si nota subito la forte carica colorante che fa esaltare un rosso bel colore rubino intenso; al naso emana sensazioni fruttate che ricordano l’amarena e la prugna, ma anche fondo di caffè e liquirizia, spezie dolci come la vaniglia ed è leggermente etereo e balsamico. In bocca l’alcolicità (14%) viene bilanciata da una buona freschezza e da un tannino molto elegante. Con la carne che abbiamo mangiato si abbinava alla perfezione.

Infine non potevano mancare i dolci: millefoglie espressa con crema e cioccolato, continuando con la cheesecake ai frutti di bosco e un biscotto, chiamato lingua di gatto, con crema chantilly e mandarino. Il tocco finale sono state le castagne arrostite sul fuoco (caldarroste).

A fine serata credo che una foto Stefano se la sia meritata, dato che ci siamo seduti al tavolo alle 13:00 e ci siamo alzati alle 19:00. E’ stato un pranzo lungo ma di quelli belli! Complimenti a tutto lo  staff, ci ritorneremo di sicuro!

Osteria Ciccio’s

via Nettuno 20/22

04012 Cisterna Di Latina (LT)

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