Innesto: quando tradizione e innovazione si incontrano.

Se si pensa alla parola innesto viene subito in mente la pratica botanica che consiste nell’inserire in una pianta una parte di un’altra pianta di varietà diversa così da ottenere una qualità più pregiata di frutti; ed è proprio il significato che hanno voluto dare al loro progetto i proprietari del ristorante “Innesto”, situato a Latina in via Legnano, 20/22. Il buon cibo e il buon bere legati da una concezione innovativa della ristorazione, dando vita a un qualcosa di unico e bello, una ventata di aria fresca nel capoluogo pontino. 

Incuriosito dagli ottimi commenti, insieme a due cari amici abbiamo deciso di provare la loro cucina; il locale è molto carino e accogliente, ben curato nei minimi particolari, con elementi di arredo moderni e innovativi ma con un accenno anche classico. Mi piace molto la scelta della cucina a vista. 

Su suggerimento del proprietario, abbiamo iniziato con due fresche birre artigianali del birrificio Birranova, situato a Triggianello in provincia di Bari:  tutte in stile American Pale Ale, la prima denominata “Linfa” con un vol alcolico di 5 gradi, molto fresca, beverina e dal gusto gradevole dato da un mix di luppoli americani ed europei; l’altra, “Check Point” più estrema con un grado alcolico più elevato (6,5%), un gusto pieno e amaro e un retrogusto più luppolato.

In alto le foto degli antipasti, ovvero: calamaro con pane, pomodoro torpedino, avocado e rucola; una rivisitazione delle melanzane alla parmigiana che consisteva in una melanzana arrosto, pomodoro, mozzarella di bufala, e riduzione di basilico; infine, polpo con carota, patata, fagiolini e piselli. Il tutto accompagnato da ottimi prodotti di panificazione, tra cui grissini, pane e focaccia, realizzati dallo chef.

Data la varietà delle pietanze abbiamo scelto un vino rosè della cantina Peter Zemmer, prodotto con grappoli a bacca nera provenienti dal vitigno autoctono dell’Alto Adige: il lagrein. Nel calice presenta un colore che varia dal rosa chiaretto al rosa cerasuolo; al naso è appena vinoso ed emana profumi fruttati, vegetali e leggermente speziati. In bocca è fragrante e di facile beva.

Abbiamo proseguito la cena con una selezione di primi piatti: spaghettone Mancini con aglio, olio, peperoncino, crema di riccio di mare, torpedino verde e polvere di olive nere; mezzo pacchero con tartare di gambero rosso, pesto di pistacchio e basilico e melanzana bruciata; tortello ripieno di mortadella , pistacchio e ricotta con fonduta di parmigiano, lime e cime di rapa.

Come secondo abbiamo optato per una spigola con patata viola, carote, pomodoro torpedino e polvere di olive nere.

In ogni singola pietanza si percepisce la freschezza, la qualità e la genuinità dei prodotti e delle materie prime utilizzate, rigorosamente di stagione e provenienti da realtà locali. Un’altra cosa da notare è la presentazione delle pietanze realizzata con estrema precisione e creatività.

Non potevamo terminare la cena senza aver assaggiato qualche dessert e come si può notare dalle foto sono belli e molto deliziosi! Il primo è un dolce alla ciliegia con una sfera di cioccolato Ruby con all’interno un ottimo gelato e zucchero filato, il secondo è una sacher rivisitata, con cioccolato e albicocche in varie consistenze. Per accompagnare i dolci ci è stato consigliato un ottimo barolo chinato.

Questo barolo chinato prodotto dalla cantina Cappellano, situata a Serralunga d’Alba in Piemonte ha veramente una bella espressione, non banale. Nel bicchiere presenta un colore rosso granato intenso; al naso un’interessante nota di inchiostro, note balsamiche, pepe, cannella, ma anche frutta secca; in bocca mantiene una buona acidità e una grande persistenza.

Non definirei Innesto un ristorante ma più una trattoria di gran qualità, come quelle di un tempo, dove poter riscoprire i sapori genuini e tradizionali, ma con un tocco di innovazione e originalità… un buon mix direi!

 

 

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