Prima di parlare del vino in questione, vorrei fare una prefazione su una grande persona, l’artefice di tutto questo: il Professore Francesco Spagnolli.
Prima insegnante e poi direttore per quasi vent’anni del prestigioso Istituto Agrario di San Michele all’Adige (punto di riferimento dell’enologia Italiana), docente universitario, divulgatore scientifico, autore di innumerevoli pubblicazioni e cronista storico di enologia.
Amico stretto dell’immenso Luigi Veronelli, è stato il pioniere della tecnica del Metodo Classico in Trentino ed ha contribuito a formare molti dei più affermati enologi nostrani.
La passione del Professore non poteva non contagiare anche il figlio Alvise Spagnolli che, dopo essersi laureato in ingegneria meccanica, ha voluto percorrere la strada del padre, dedicandosi completamente alla spumantistica d’autore. Scherzandoci su, mentre parlavamo al telefono, Alvise mi raccontava che come tutti i rapporti tra padre e figlio ogni tanto ci sono delle diverse vedute, ma a fare da paciere da sempre ci pensa la mamma Susi, pronta a supportarli.
L’azienda Spagnolli è situata a Cimone in provincia di Trento. I vigneti di 2,5 ettari si trovano a 600 metri sul livello del mare, esposti a sud e sono formati da ripidi terrazzamenti. Dato che ci troviamo di fronte ad una viticoltura eroica, ovviamente la raccolta viene eseguita esclusivamente a mano.
Al momento in azienda si produce un solo vino: il TRENTO DOC RISERVA EXTRA BRUT BLANC DE NOIRS “DISIO” e l’annata che ho bevuto era la 2017.
Dopo la raccolta da viti che hanno in media oltre 30 anni, le uve, di solo pinot nero, vengono trasportate in cantina in cassette forate; il raccolto di ogni terrazzamento viene pressato e vinificato separatamente, in modo che ogni appezzamento vitato viene accuratamente esaminato dal Professore e da Alvise che decidono ogni anno la migliore procedura da adottare. La vinificazione avviene in acciaio e in barriques di rovere francese, la liqueur d’expédition viene realizzata utilizzando i vini di riserva della cantina e dopo 54 mesi di cantina (6-8 mesi di elevage del vino base, oltre 40 mesi sui lieviti e 6-8 mesi dopo la sboccatura) il vino finalmente è pronto per la messa in commercio.
Tanto lavoro dentro ad un vino, si sente tutto nel bicchiere!
Su consiglio di mio cugino che lo aveva già bevuto proprio in azienda, dopo aver versato il vino nel calice non l’ho bevuto subito perché per apprezzarlo al meglio ha bisogno di prendere qualche grado nel bicchiere, diciamo che deve arrivare intorno agli 8 gradi.
Appena versato presentava una spuma bianchissima e compatta, la bollicina molto fine ed un bel colore giallo paglierino brillante con sfumature dorate. Al naso i sentori sono complessi, frutta agrumata candita, frutta matura, sentori di panificazione e piccola pasticceria. Il sorso risulta cremoso e vellutato, sapidità e acidità sono ben bilanciate, ottima la persistenza e se gli diamo il giusto tempo nel bicchiere il sorso si fa sempre più interessante.
Bere dei vini così non è solo un piacere ma è anche un’esperienza. Complimenti alla famiglia Spagnolli!