Il Barbaresco è uno dei vini più celebri della Regione Piemonte, noto per la sua eleganza e complessità, prodotto con uve nebbiolo, le stesse che danno vita al famoso Barolo. Tuttavia, il Barbaresco tende ad essere più accessibile e pronto da bere prima del Barolo.
Avevamo proprio voglia di una serata a tema Barbaresco e finalmente siamo riusciti ad organizzarla, per l’occasione ne abbiamo scelti due. Barbaresco della cantina Moccagatta Bric Balin 1999 e Produttori del Barbaresco Montestefano riserva 1997.
Piccolo cenno storico delle aziende in questione: La famiglia Minuto proprietaria della cantina Moccagatta ha origini antichissime, infatti già nella metà del 1800 possedeva diversi terreni vitati nel comune di Barbaresco. Da generazioni portano avanti un progetto di qualità, prima Giuseppe, Giovanni e poi Luigi che nel lontano 1913 volle costruire la cantina. Fu Mario però che nel 1952, che a seguito della divisione con il fratello dei possedimenti paterni, che nacque la cantina Moccagatta, prendendo il nome dagli omonimi terreni in cui si trova la cascina. Dagli anni ’70 Franco e Sergio perfezionarono la vinificazione e la ricerca della qualità. Oggi i rispettivi figli Stefano e Martina continuano con passione l’attività di famiglia, continuando a puntare sempre e solo sulla qualità del prodotto finale.
Produttori del Barbaresco: Fondata nel 1894 da Domizio Cavazza, allora preside della Regia Scuola Enologica di Alba e residente a Barbaresco, creò le “Cantine Sociali di Barbaresco società agricola cooperativa” che allora contava nove produttori, ma nel 1913 Cavazza morì e purtroppo la cantina sociale fu chiusa negli anni 20; Fortunatamente nel 1958, Don Fiorino Marengo, allora parroco di Barbaresco, riunì diciannove agricoltori e fondò di nuovo la Produttori del Barbaresco che ad oggi conta ben più di 50 viticoltori.
Abbiamo iniziato la degustazione naturalmente bevendo l’annata più “giovane” e quindi con il Barbaresco Moccagatta Bric Balin 1999 che presentava un colore rosso granato tendente all’aranciato, al naso è complesso con sentori di frutta rossa, molto sottobosco, cuoio, legno, tabacco biondo e note speziate. In bocca è pieno anche se gli manca qualcosina anche per quanto riguarda il tannino, vellutato e polveroso ma si sente poco.
Tutt’altra storia invece per quanto riguarda il Barbaresco Montestefano riserva 1997, anche se ha due anni in più del precedente appena bevuto, questo barbaresco si è rivelato molto più in forma, anche se al naso sono simili, la differenza si sente in bocca, ancora fresco nonostante e con mio stupore conserva ancora un buon tannino ancora si abbinerebbe ad una buona bistecca. Persistente e intenso.
Per concludere direi che sono stati due grandi vini, però il Barbaresco Montestefano riserva 1997 è stato un pochino superiore anche se più “vecchio” di 2 anni rispetto al primo. È un vino che può offrire grande soddisfazione tanto ai bevitori esperti quanto a quelli più occasionali. Ogni bottiglia racconta la storia del suo territorio e del lavoro dei produttori, rendendo ogni sorso un’esperienza unica.