Da un film, ad un ristorante gourmet: Riso Amaro.

Continua il percorso verso coloro che hanno rivoluzionato il modo di cucinare, realizzando una cucina gourmet, caratterizzata da pietanze e gusti raffinati. Oggi vi presento il ristorante Riso Amaro che si trova nella città di Fondi (LT), precisamente in Via Regina Margherita 22; il nome ricorda il film omonimo del 1949, in onore del regista Giuseppe de Santis, nato nella cittadina di Fondi.

Appena entrati siamo stati accolti dal personale di sala, ragazzi gentilissimi e professionali! La sala interna si presenta molto accogliente ed elegante con un tocco in più: appesi alle pareti sono affissi dei bellissimi quadri che raffigurano le scene del film.  Essendo una bellissima sera d’estate ci siamo accomodati nella sala esterna anch’essa molto accogliente.  Non essendoci mai stati, abbiamo deciso di dare libera creatività allo Chef senza scegliere dal menù, che credo sia sempre la scelta giusta e consigliata, proprio perché in questo modo gli chef possono esprimersi al meglio, come in questo caso. Di seguito troverete tutti le pietanze e i vini in degustazione.

Come aperitivo di benvenuto ci è stata servita una magnum del Brut di Contadi Castaldi. Non sono un grande estimatore di questo Franciacorta, ma c’è da dire che rispetto alla tradizionale bottiglia, nei grandi formati migliora notevolmente, evolvendosi.

Nel bicchiere presenta una spuma compatta e un perlage fine e persistente, con un colore giallo paglierino brillante; al naso esprime note di lievito, fiori bianchi, agrumi e frutta fresca. In bocca è molto morbido in quanto è composto per l’80% da uve chardonnay che conferiscono eleganza e finezza, ma la morbidezza viene bilanciata dal 10% di pinot nero che apporta complessità e durezza e dal 10% di pinot bianco che dona freschezza. 

La cena ha inizio con una selezione di antipasti molto sfiziosi e deliziosi: cartoccetto di mare e maionese ai lamponi, semifreddo di piselli e pecorino e una rivisitazione di pane e pomodoro.

Continuando con tre variazioni di baccalà e peperone rosso, presentati in modo molto carino e simpatico. Il pesce era morbido, succoso e in bocca presentava una buona compattezza e consistenza, sinonimo di una cottura ottimale. 

Abbiamo deciso di continuare con il Franciacorta, ma questa volta uno di maggiore importanza: il Franciacorta della Cantina Uberti, l’Extra Brut Comarì del Salem 2009, sboccatura ottobre 2016.  Questo vino è composto per l’80% da uve chardonnay e il 20 % da uve pinot bianco e subisce un processo di affinamento di 72 mesi sui lieviti. Nel bicchiere presenta una spuma bianchissima, compatta e abbondante, la bollicina è finissima e consistente. Al naso è un’esplosione di profumi, tra cui il lievito che risalta molto, il miele, frutta secca, vaniglia e un leggero sentore di legno, mentre in bocca ha tutte le caratteristiche dei grandi vini: morbido, ampio e persistente. Un vino che difficilmente si riesce a dimenticare!

La cena è proseguita con altre tre specialità dello chef: tuorlo fritto con pane allo zafferano adagiato su una salsa di topinambur con cipolla di tropea e tartufo, un piatto morbido e delicato; il ris-orto alla pescatora formato da una base di carote in agrodolce e zucchine con sopra adagiati i frutti di mare (seppioline e mazzacolle scottate), guarnito con verdure di stagione cotte e crude e con un bellissimo fiore, ovviamente commestibile; infine, gambero rosso guanciale affumicato e arancio. Tre piatti con un mix di sapori ottimi!

La cena è proseguita con un fantastico Spaghettone, bresaola di triglia e pesto mediterraneo. Lo spaghettone aveva un gran sapore e gli ingredienti, ben distribuiti, andavano a formare un piatto degno di un ristorante gourmet.

Come secondi piatti sono state servite altre tre pietanze: pesce palamita alla wellington con rape tagliate a cubetti e una buonissima granita di mojito; tortelli con ripieno alla genovese (salsa a base di cipolle) e, infine, carpaccio di girello e orata con porcini e mandorla. Dei sapori davvero unici!

Per accompagnare il primo e i secondi piatti, non potevamo scegliere di meglio: Verdicchio di Matelica riserva La Monacesca Mirium 2013, prodotto solo nelle annate migliori. Nel bicchiere si presenta con un colore giallo paglierino tendente al dorato; al naso è intenso e esprime sentori di frutta esotica, camomilla, mandorle, cedro, miele, crosta di pane, anice, pera e vaniglia. In bocca si sente tutta la potenza del vino, ma con una buona mineralità e un ottimo equilibrio; senza ombra di dubbio direi persistente, d’altronde parliamo di un bianco importante che può stare comodamente in cantina per più di 10 anni.

Oltre ai vini abbiamo bevuto anche acqua, una delle migliori, l’acqua Sorgiva, adatta durante le degustazioni dei vini in quanto non ne altera il loro sapore, grazie al suo bassissimo residuo fisso di 41 mg per litro, non a caso è stata scelta dall’Associazione Italiana Sommelier. Si distingue, dunque, per la sua leggerezza e purezza; un’acqua  di classe!

Infine arriviamo ai golosissimi e meravigliosi dolci: una variazione di cioccolato al latte fondente, bianco e ai frutti rossi; “uovo” ripieno al cioccolato bianco, aceto di lamponi e julienne di pesca e noce alla base; infine, idea di una sacher, ovvero una rivisitazione della famosa torta.  

Con i dolci con può mancare un buon  moscato Angilieri prodotto esclusivamente con uve zibibbo, dal colore giallo ambrato e dai sentori di caramello, albicocca disidrata, datteri, miele e scorza d’arancia candita; in bocca è morbido e ripropone i sentori del naso, ma abbiamo deciso di puntare ancora più in alto…

e così stata la volta di una vera “chicca” : Primitivo di Manduria dolce naturale “Es più sole” prodotto dal viticoltore Gianfranco Fino insieme alla  moglie Simona producono vini di alta qualità nella bellissima Puglia precisamente a Sava provincia di Taranto, che peraltro era anche l’ultima bottiglia che il ristorante aveva in cantina. Nel bicchiere ha un colore rosso rubino carico, al naso è fantastico con sentori di cacao, cannella, vaniglia, amarena e prugna; in bocca è di una dolcezza unica che non stanca mai, a mio parere molto elegante e vellutato, un vino dotato di una strepitosa longevità. 

Non poteva mancare la piccola pasticceria composta da semifreddo di jogurt, tartufi, meringhe, baci di dama, cantucci e bon al passion fruit. Invitanti e buonissimi!

 In foto lo Chef Maurizio de Filippis a fine serata, stanco ma soddisfatto per la bella riuscita della serata. Complimenti!

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *