Ristorante Cucina Maccaroni: sorpresa inaspettata!

Una sabato mattina, prima della fine delle feste natalizie, decidiamo di andare a fare un giro nella bellissima Fiuggi. Per chi non la conoscesse è una cittadina nella provincia di Frosinone di circa 10.500 abitanti, rinomata soprattutto per il centro termale la cui acqua è ricca di sostanze benefiche che depurano l’organismo, ma meta turistica anche per tanti viaggiatori che desiderano rilassarsi in uno dei tanti hotel con centri benessere. 

Dopo qualche giro per le vie del centro decidiamo di fermarci in un ristorante molto carino e ben curato: Cucina Maccaroni, situato in Via Alessio Nazari 26. 

Un piccolo ristorante a conduzione familiare gestito dal titolare Danilo e dalla moglie Angela, i quali hanno realizzato il ristorante che tanto desideravano unendo le loro più grandi passioni: il vino, l’arte, la musica e ovviamente la buona cucina. La sala ha una capienza di massimo quaranta posti, calda ed accogliente, piena di dettagli che la rendono unica e molto graziosa. 

Siamo stati accolti da Angela che gentilmente ci ha fatto accomodare e ci ha suggerito di scegliere un menù degustazione da 8 portate e noi abbiamo accettiamo ben volentieri.

Per iniziare ci è stato servito un simpatico aperitivo di benvenuto: crema di patate, verdure croccanti e tacos in un’elegante coppa Martini; la morbidezza della crema di patate si bilanciava alla perfezione con la croccantezza delle verdure… un ottimo inizio.

A seguire una selezione di antipasti molto carini e sfiziosi: carpaccio di ricciola con porro scottato, sale e pepe; una variazione di broccolo (in salsa, gambo scottato e cime ripassate con cipolla), il tutto accompagnato da una spuma di latte di bufala, un piatto semplice che riesce ad esaltare tutti i sapori. Per concludere gli antipasti, ci sono state servite delle “Pallotte” (così definite dall’originaria ricetta abruzzese) che sono delle polpettine di pane, formaggio, pecorino e uova; secondo la ricetta tradizionale, vengono servite con sugo di pomodoro, ma, in questo caso, lo chef  ha voluto abbinarle ad una crema di zucca al curry e amaretto sbriciolato fiuggino.

Il pranzo è proseguito con due assaggi di primi: linguine con scampi e vongole e tortellino artigianale ripieno di parmigiano e pecorino liquido in salsa amatriciana e guanciale croccante. Le linguine erano buonissime ma i tortellini sono una vera specialità! La salsa amatriciana, che a occhio può risultare invadente e dal sapore forte, è invece sorprendente in quanto è molto delicata e gustosa; la pasta dei tortellini aveva il giusto spessore e il ripieno, che “esplodeva” ad ogni boccone, era ben bilanciato con la croccantezza del guanciale. Forse nelle linguine avrei lasciato qualche guscio alle vongole, ma quella di toglierli è una scelta dello chef che non compromette assolutamente il buon sapore della pasta.

Qualcosa mi diceva che la carta dei vini fosse ben fornita, così sono andato alla ricerca di un vino che, oltre alla freschezza, avesse anche struttura ed ho optato per un Verdicchio dei Castelli di Jesi, il “Tardivo ma non tardo” 2013 della cantina Santa Barbara di Stefano Antonucci, situata a Senigallia, precisamente a Barbara, in provincia di Ancona. Un vino straordinario dal colore giallo paglierino intenso con lievi riflessi dorati; al naso è spettacolare, molto intenso e minerale con note che ricordano gli agrumi come la buccia d’arancia, frutta a polpa gialla come la pesca e frutta tropicale, poi note speziate e vegetali.  Al palato è fresco e piacevole, ritorna la frutta tropicale e chiude con un finale ammandorlato. Davvero un vino eccezionale che non stanca mai.

Il pranzo-degustazione è proseguito con un cervo brasato al cesanese cisinianum Formigoni: una concentrazione di aromaticità e speziatura; una carne morbida, saporita, succosa e cotta al punto giusto, che andava abbinata con un buon rosso…

Per accompagnare il brasato di cervo ho scelto un vino piemontese, il Nebbiolo d’Alba annata 2013, della cantina Orlando Abrigo, situata a Treiso d’Alba in provincia di Cuneo. Nel bicchiere si presenta con un colore rosso rubino scarico, al naso ricorda la viola, il lampone, il ribes rosa, la vaniglia ed una leggera speziatura. In bocca è molto fine e presenta un tannino molto morbido; ha una buona mineralità e sapidità, chiude con un’ottima persistenza.

Infine, per chiudere in bellezza, dopo tutte queste bontà, ci vengono serviti due dolci buonissimi e freschissimi: una mousse al cioccolato con crumble e cannella e un bigmamisù (tiramisù con la base di bignè).

In foto i proprietari Danilo Maccaroni (nonché chef) e Angela Rocca, i quali a fine pranzo hanno gentilmente scambiato due chiacchiere con noi. Ci ha sorpresi molto sapere che Danilo cucina solamente da tre anni, eppure dai sapori ottimi e ben bilanciati, dall’originalità dei piatti e cura nella presentazione, non si direbbe! Questa è la dimostrazione che tutto ciò che si fa con grande passione e dedizione, con la voglia di apprendere e migliorare sempre di più, porta a raggiungere importanti risultati e grandi soddisfazioni. È l’augurio che facciamo a queste due belle persone nel dire loro di continuare così perché hanno intrapreso la strada giusta.

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